Monastero di Fonte Avellana
Il Monastero di Fonte Avellana si trova nel comune di Serra-Sant'Abbondio e le sue origini risalgono alla fine del primo millennio, legate alla storia dei Camaldolesi. Si pensa che l'eremo sia stato fondato da san Romualdo nel 980. Un importante contributo all'abbazia è stato dato da san Pier Damiani, che vi divenne monaco nel 1035 e Priore dal 1043, contribuendo all'ampliamento delle costruzioni e al forte sviluppo culturale e spirituale che lo ha reso un punto di riferimento religioso e sociale. Si narra che ben 76 santi e beati abbiano vissuto nell'eremo.
L'Eremo di Fonte Avellana è citato anche nella Divina Commedia da Dante Alighieri, che sembra sia stato ospite. Nel 1325, l'eremo divenne un'abbazia e presto divenne una potenza socio-economica. Nel 1392, iniziò la pratica della commenda, che durò fino al XIV-XV secolo. Nel 1569, la congregazione autonoma avellanita che governava il monastero fu soppressa, passando alla congregazione camaldolese. Nel 1610, il monastero passò alla congregazione cenobitica camaldolese di San Michele di Murano.
Fonte Avellana rimase "commendata" per gran parte del XVIII secolo. Anche se alcuni commendatari come il cardinale Giuliano della Rovere (poi Giulio II) contribuirono con importanti lavori edilizi e abbellimenti, il monastero subì un progressivo decadimento della vita monastica, inevitabilmente influenzata dai condizionamenti esterni. Questo portò ad un declino lento ma inesorabile.
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